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Sala B : Armadio Tesi | THS_2014 364.135 G537 (Browse shelf) | 1 | Available |
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Tesi di diploma (corsi di laurea a ciclo unico) per la Classe delle Lettere e delle Scienze Sociali Diploma (corsi di laurea a ciclo unico) Scuola Superiore di Catania, Catania, Italy 2014 A.A. 2013/2014
Includes bibliographical references (p. 199-214).
Introduzione -- Il funzionamento di Eurojust -- Il valore aggiunto di Eurojust nella lotta al crimine transnazionale -- Prospettive future per Eurojust -- Conclusioni -- Bibliografia e sitografia.
Tesi discussa il 05/12/2014.
Il presente lavoro di tesi nasce da una serie di suggestioni maturate nel corso di una breve esperienza di stage – recentemente conclusasi – presso Eurojust. In effetti, l’osservazione ravvicinata dei meccanismi della cooperazione giudiziaria europea in materia penale consente di prendere atto dello iato spesso esistente tra law in action e law in books, facendone emergere un quadro non sempre confortante, in cui la fiducia reciproca tra autorità giudiziarie è spesso un proclama, se non addirittura un’illusione. In particolare, poi, si è avuto modo di sperimentare direttamente quello che potrebbe definirsi il “paradosso italiano”: nonostante il cospicuo e costante coinvolgimento delle nostre autorità nella lotta al crimine transnazionale, infatti, il ritardo cronico del legislatore italiano nell’implementare diverse misure attinenti alla cooperazione giudiziaria rischia di rendere l’azione del nostro Paese in questo settore poco effettiva, talvolta quasi marginale. Nonostante simili, ineludibili, difficoltà, si è però maturata la convinzione che Eurojust apporti un innegabile valore aggiunto all’azione di contrasto alla criminalità transnazionale. Su questo profilo si è incentrato il secondo capitolo del presente lavoro, in cui sono state tratteggiate le varie sfaccettature (operative e non) di un simile added value, nonché i profili problematici che ne impediscono il pieno dispiegarsi. Prima di procedere con questa analisi, tuttavia, si è ritenuto opportuno fornire un quadro comprensivo della struttura e del funzionamento di Eurojust, passando in rassegna le più significative disposizioni della decisione istitutiva del 2002, modificata poi nel 2009. In questo inquadramento, operato nel primo capitolo, si è dato risalto ad alcune problematiche particolarmente sensibili per l’ordinamento italiano, quale la “natura” dei poteri esercitati da Eurojust o il suo possibile apporto nella complessa procedura rogatoriale. Infine, l’ultimo capitolo è dedicato alle prospettive future di Eurojust, e, quindi, alle disposizioni del Trattato di Lisbona e alla proposta di regolamento presentata dalla Commissione Europea nel luglio 2013: si noterà come, nonostante l’afflato “europeista” del nuovo diritto primario dell’Unione, la ritrosia degli Stati membri a cedere porzioni significative della propria sovranità nazionale – specialmente in materia penale – è ancora significativa. Ciò ha portato il più delle volte ad adottare delle soluzioni di compromesso nell’ambito dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia: talvolta a ragione, ma spesso a torto, come si è cercato di dimostrare nel presente lavoro.