Location | Call number | Status | Date due |
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874.01 M272 (Browse shelf) | Checked out | 04/11/2019 |
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874 G497 Percorsi testuali oraziani : | 874 H8113 K657 Opera / | 874 H8113 S5245 Opera / | 874.01 M272 Pervigilium Veneris : | 874.01 T554 Albii Tibulli aliorumque carmina / | 874.42 P9654 Elegiarum libri 4. / | 874.42 P9654 Elegiarum libri 4. / |
Il Pervigilium Veneris, un componimento adespoto e non datato in 93 settenari trocaici, descrive la veglia di una festa religiosa, che si terrà in Sicilia, a Ibla, in onore di Venere, la dea che promuove l'amore concorde e della quale si tessono gli elogi. Il carme si apre con l'esaltazione della primavera e dell'amore e il poeta, con soave abbandono, canta le gioie della primavera congiunte con le gioie dell'amore: il verso che proclama l'imminenza e l'universalità dell'amore, cras amet qui numquam amavit quique amauit cras amet, apre e sigilla il carme, scandendo anche le dieci strofe che segnano i tempi del rito e del mito; ma nella chiusa il poeta, con malinconica sensibilità, oppone alle immagini di amore totalizzante la propria condizione di persona esclusa, negata alle feste dell'amore e del canto, nuova Procne dalla lingua recisa che non sa farsi rondine e recuperare la gioia del canto. Con sottile malinconia, che lo rende incredibilmente attuale, si chiede quando verrà per lui primavera, quando potrà anche lui porre fine al suo silenzio.